Matsuri e i suoi simboli

Matsuri e i suoi simboli

Legati alla terra e alle stagioni, non c’è città, provincia o località giapponese che non abbia il proprio matsuri, le tradizionali feste popolari nate sulla base del sincretismo religioso tra shintoismo e buddismo. Si presentano sotto diverse forme, come avvenimenti legati alla religione oppure come preghiere e richieste di benevolenza dei contadini e dei pescatori agli dei.
Sebbene si tenda a credere che i matsuri siano celebrati principalmente in primavera e in estate, in verità queste feste accompagnano i cittadini giapponesi tutto l’anno. I matsuri possono essere idealmente divisi due grandi gruppi: estivi e invernali, quando si pregano gli dèi affinché concedano un meteo clemente; primaverili e autunnali, quando si prega per una buona semina e un buon raccolto. I giorni dei matsuri seguono il calendario lunare, usato in Giappone fino al 1872, e per questo alcuni matsuri non hanno un giorno preciso di celebrazione ma esso dipende dalla luna. La luna influenza molto queste feste, tanto che alcune iniziano proprio la sera, quando sale la luna piena. I matsuri sono generalmente composti da tre fasi principali: l’arrivo del kami (kami-mukae), quando la popolazione si reca al tempio shintoista per andare a “prendere” il kami e trasferirlo nell’omikoshi, la portantina a forma di tempietto dove risiede il kami durante il matsuri; la parata durante la quale la statua del kami attraversa la città dentro le portantine portate in spalla dagli abitanti del paese o del quartiere; la cerimonia di saluto al kami che ritorna nel suo mondo (kami-okuri). Il santuario portatile omikoshi è uno degli elementi ricorrenti che caratterizzano l’essenza dei matsuri e che vengono indicati come simboli specifici di queste celebrazioni. Tra le decorazioni tipiche dei matsuri troviamo le chōchin, le lanterne cilindriche di carta colorate e suggestive, tradizionalmente utilizzate per allontanare gli spiriti maligni. In estate dire matsuri significa inoltre dire yukata, il comodo, fresco e coloratissimo kimono nella versione in cotone o in stoffa sintetica leggera, che ragazze e ragazzi indossano con grande allegria e felicità. Durante le celebrazioni della stagione estiva sono sempre presenti anche i fuochi d’artificio, in giapponese hanabi, “fiore di fuoco”. Gli spettacoli pirotecnici vengono ammirati da migliaia di persone ogni anno e sono molto amati dalla popolazione giapponese, soprattutto dai più giovani che si recano nei luoghi più suggestivi, come le sponde del fiume Sumida, per assiste a un trionfo di luci e colori che squarciano il cielo della notte.

Tra i matsuri principali troviamo: Atsuta matsuri, consacrato alla spada Kusanagi, uno dei tre sacri tesori del Giappone; Aoi matsuri, uno dei tre festival più famosi di Kyoto; Gion matsuri, sempre a Kyoto, caratterizzato dalla grande processione di carri; Hachiman masturi, uno dei più antichi festival di tutto il Giappone; Hakata Gion Yamakasa, famoso per i carri allegorici trasportati a spalla; Jidai matsuri, il Festival delle ere; Kanamara Matsuri, il festival della fertilità.

Yakimono

Yakimono

Tra i piatti più caratteristici della cucina popolare ci sono senza dubbio gli yakimono, termine che indica tutti i piatti caratterizzati dalla cottura alla griglia e che comprende anche specialità alla piastra come okonomiyakitakoyakiyakisobayakitori e così via. L’okonomiyaki, letteralmente “ciò che vuoi alla griglia”, è una sorta di pizza giapponese alla piastra, composto da una pastella fatta di farina, acqua, lievito e mirin e dashi a cui sono aggiunte generalmente foglie di verza e uova,  diventata famosa all’estero per apparire spesso nei manga e  negli anime. Il tutto può venire guarnito a seconda dei gusti, con carne o pesce.

Così come l’ okonomiyaki, anche il takoyaki, le polpettine di polpo grigliate in una pastella a base di grano anche questo provengono dalla zona di Osaka, patria dello street-food giapponese, e sono  un’altra delle pietanze più famose, mangiate e identificative dello street-food giapponese. Il piatto forte delle izakaya, le trattorie giapponesi è, invece, lo yakisoba, gli spaghetti di grano saraceno saltati alla piastra e conditi con vari ingredienti tra cui verdure, carne di maiale, seppie o gamberetti, maionese, katsuobushi e benishōga. Il tutto può essere poi guarnito con una salsa dolciastra come la salsa otafuku, tipica di Tokyo. Tra le pietanze più popolari e gustate non vanno dimenticati gli yakimono, le pietanze grigliate come gli yakitori, vere prelibatezze con cui i giapponesi concludono le serate dopo il lavoro. Questi spiedini di pollo alla griglia conditi nei modi più disparati, con semplice sale o con salsa tare a base di soia, zucchero, mirin sake sono consumati generalmente bevendo dell’ottima birra giapponese.