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È tra le feste più amate e celebrate di tutto il Giappone: la festa di Tanabata, letteralmente “la settima notte” è festeggiata il 7 luglio. Durante questa notte, infatti, le due divinità Orihime e Hikoboshi, rispettivamente le stelle Vega e Altair, possono finalmente ricongiungersi dopo una lunga attesa, proprio come due innamorati. È per questo motivo che questa festa è vissuta dai giovani come una sorta di San Valentino d’estate durante la quale le coppiette si danno appuntamento per vedere insieme i fuochi d’artificio che in quella notte speciale vengono lanciati in cielo.

Secondo la leggenda, i due amanti Orihime e Hikoboshi, presi dalla passione, dimenticarono i loro doveri e per questo motivo vennero puniti dal padre di lei, Tentei, il Re del Cielo, che li confinò alle due rive opposte del Fiume Celeste dando loro la possibilità di incontrarsi attraversando il ponte della Via Lattea solamente una volta all’anno, il settimo giorno del settimo mese. Questa celebrazione è conosciuta anche come “Festa delle stelle” o “Festa delle stelle innamorate” ed è una delle feste più famose e amate dai giapponesi. Tra le decorazioni tipiche di questa celebrazione ci sono i tanzaku, strisce di carta colorata che ricordano i fili utilizzati dalla tessitrice Orihime. Si tratta di lunghi cartoncini sui quali i giapponesi sono soliti scrivere preghiere, poesie e desideri, per lo più d’amore. I tanzaku vengono legati durante la notte del Tanabata ai rami di bambù, decorando i giardini delle case private e degli spazi pubblici. Durante questa serata i giapponesi si riversano nelle strade indossando il tradizionale yukata e per festeggiare l’avvenuto ricongiungimento dei due amanti vengono organizzati anche dei bellissimi fuochi d’artificio. Tra gli spettacoli pirotecnici più famosi ci sono quelli sul fiume Sumida a Tokyo, che attirano ogni anno migliaia di persone.

Come in ogni matsuri estivo, anche durante Tanabata le strade si riempiono di bancarelle che vendono kakigōri, un dolce simile alla nostra granita, però molto più grande. L’arrivo della stagione più calda in Giappone è segnalato proprio dall’esposizione della tipica insegna azzurra all’esterno di alcuni negozi, una sorta di bandierina sulla quale è disegnato il kanji di ghiaccio con un’onda sullo sfondo. Il ghiaccio tritato utilizzato per produrre questo dessert è talmente fine da sembrare neve, caratteristica che dona a questa pietanza una consistenza del tutto particolare e rinfrescante. In commercio esistono numerosissime varianti di kakigōri, anche se solitamente viene guarnito con sciroppi come quello al matcha, al melone o alle fragole.